domenica 6 novembre 2011

Accordi di Basilea

Gli accordi di Basilea 1, 2 e 3

Gli Accordi di Basilea, approvati a partire dal 1988 fino all’ultimo del 12 settembre 2010, sono in un’ottica di necessaria ricapitalizzazione del sistema bancario, resosi necessario per il perdurare della crisi finanziaria che ha investito l’intero sistema economico. Gli Accordi di Basilea, ai quali hanno aderito più di 100 Paesi, sono fondati su una regola molto semplice: le banche, a fronte di un’attività che comporta un elevato rischio di credito legato all’insolvenza del debitore, devono avere un patrimonio adeguato, in modo da coprire eventuali perdite senza interrompere l’erogazione dei finanziamenti alle imprese. L’Accordo di Basilea sul capitale, noto come Basilea 1, ha stabilito per le banche un coefficiente di solvibilità (total capital ratio), calcolato come rapporto tra patrimonio e attivo ponderato per il rischio di credito, il cui importo minimo deve essere pari all’8%. L’attivo patrimoniale viene rettificato con dei coefficienti correlati al rischio dei vari crediti erogati; a crediti più rischiosi, corrispondono coefficienti più alti e quindi un importo maggiore di patrimonio per mantenere inalterato il risultato del rapporto. Con l’Accordo di Basilea 1 la ponderazione dell’attivo veniva effettuata soltanto in base al rischio di credito, non considerando il rischio di mercato e il rischio operativo. Per superare queste lacune, nel giugno 2004 si giunge all’Accordo di Basilea 2, che ristruttura il calcolo del denominatore del coefficiente di solvibilità tenendo conto di tutti i fattori di rischio sopra riportati, lasciandone comunque inalterato l’importo minimo all’8%. In conseguenza della grave crisi finanziaria del 2007, i cui effetti perdurano tuttora, il Comitato di Basilea è intervenuto nuovamente per riformare la regolamentazione finanziaria internazionale, emanando una serie di norme che vanno sotto il nome di Basilea 3. La nuova normativa non stravolge la precedente, ma rafforza le linee guida dei primi due Accordi per prevenire l’eccessiva assunzione dei rischi da parte delle banche e per realizzare un sistema finanziario più solido che possa prevenire crisi di sistema quale quella attuale. L’obiettivo delle regole di Basilea 3 è quello di migliorare qualitativamente la composizione del patrimonio delle banche, le quali, pur con una percentuale di coefficiente di solvibilità invariata rispetto a Basilea 2, dovranno progressivamente disfarsi di determinati strumenti finanziari innovativi di capitale, la cui proliferazione ha creato i presupposti per la crisi finanziaria internazionale

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